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Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte"
VII Edizione

Ultimo aggiornamento: 03 Marzo 2020
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Le iscrizioni al Concorso si sono chiuse il 31 luglio; Gli elaborati sono stati consegnati individualmente ai Membri della Giuria per la valutazione.

Risultati

Premio Internazionale Di Poesia E Narrativa “Le Grazie Porto Venere – La Baia Dell’arte” 7^ Edizione – 6 ottobre 2019


Il giorno 10 settembre alle ore 16.00 presso i locali ex Convento degli Olivetani alle Grazie – Porto Venere, si sono riuniti i componenti della Giuria:

- Giuseppe Benelli Presidente Onorario – Egidio Di Spigna Presidente Giuria
Annarosa Lajoyè Dosi Presidente dell’Associazione “Il Volo dell’Arte”
Roberto Camerini Membro
Patrizia Fiaschi Membro
Monica Garruzzo Membro
Simona Bertocchi Membro
Gaia Fabbri. Membro

i quali, alla luce dell’esame effettuato sugli elaborati delle quattro sezioni pervenuti in concorso,
hanno riscontrato la seguente graduatoria:


Poesia Inedita

I° Premio Pietro De Simone (Le case rosse)
I fremiti di atmosfere antiche, di sentimenti ridestati, di ovattate memorie, riaffiorano alla vista di quelle case rosse, che, pur nella decadenza dell’ aspetto esteriore, si ergono, incorrotte generatrici di emozioni evocate, o forse sussurrate all’ autore di questa mirabile lirica, il quale, con appropriate scelte lessicali sa trasportare l’ attento lettore nella dolcezza dei suoi struggenti ricordi. (Egidio Di Spigna)
II° Premio Sergio Manzo (L’amore nel vento)
Allegoria di un ricordo o di una visione onirica ? Comunque una delicata, piacevole poesia composta in versi scarni, essenziali ma non aridi, giustamente ambigui, giustamente apprezzabili. (Egidio Di Spigna)
III° Premio Mariagina Bonciani (Forse)
Una ispirata speranza di poter oltrepassare i confini concessi dal tempo naturale, dubbiose considerazioni su ciò che è stato, senza beneficio di alternativa. E al di là della speranza, la certezza di un incontro metafisico tanto desiderato, ma che si potrà avverare solamente in una inspiegabile dimensione dell’ eterno. Versi efficaci, penetranti, che inducono a molteplici riflessioni. (Egidio Di Spigna)

Premio Giuria Alessandra Magnavacca (Gli inverni della vita)
Temi ardui, autentici, ricorrenti sono rappresentati con efficace forza poetica prendendo ad esempio il ciclo biologico dell’ albero, che nel circolare mutar delle stagioni rivive in primavera grazie al vigore della “vis vitalis” della natura. Come l’ albero in inverno, anche il poeta si appresta ad affrontare le ardue, incerte vicende dell’ inverno della vita con piglio forte ed animo tenace, temprato dalle esperienze che, consciamente o inconsciamente, qualcosa ci tolgono e qualcosa ci consegnano: coraggio, consapevolezza, perseveranza e volontà, valori giusti espressi in versi giusti, facilmente leggibili con la mente ed emotivamente visibili con il cuore. (Egidio Di Spigna)

Menzioni d’Onore:
Maria Luisa Belloni (Dopo di me)
Nora Calvi (Attesa)
Luigi Cristiano (La mia dolce poesia)
Alessandro Ebuli (Silenzi)
Andrea Tomasini Fascio (Chiesetta)
Valentina Gogna (L’ultima ora)
Bruno Nadalin (Marinaio)
Nadia Portunato (Conchiglia)
Lucio Vitullo (Fammi arrivare lì)


Poesia Edita

I°Premio Giovanni Tavcar (Perchè la vita sia… e altre poesie)
Mai distogliendo lo sguardo dall’inesorabile consumarsi del tempo naturale, dal convulso mutare del princìpi, dell’etica, dei valori, dei comportamenti e di conseguenza anche dei luoghi, difficilmente riconoscibili per il liquido, delirante divenire, Giovanni Tavcar preso amaramente atto di tutto questo, connota la sua poesia per la malinconica ricerca dei ricordi, per l’affermazione di un pessimismo esistenziale, che tuttavia, lungi dall’ essere atteggiamento passivo ed acquiescente, rappresenta invece una fase (o condizione mentale) indispensabileper la comprensione del reale e delle ormai fragili ed incerte regole di un moderno PANTA REI irrispettoso e prevaricante. E’ da questa assenza di certezze che scaturisce la sua poesia, inquieta come un grido di ribellione contro l’ ineluttabile finitudine. Poesia dubitativa, ove l’ unica certezza è l’ approssimarsi della fine. Poesie sofferte, ciascuna scaturita da un viaggio interiore ove l’intelletto razionale non rinviene alcun agognato barlume di luce. Per contro, questo mancato rinvenimento talora induce l’ autore ad un atteggiamento più positivo, con occhi e cuore più disposti a cogliere i messaggi dell’ignoto, prestando l’orecchio “ ai racconti del vento” e l’ animo ai “sogni che sbocciano sui prati”. Egli riesce così a comprendere ed ad amare la ragione dell’esistere e, cancellato il grigiore che ogni cosa contiene, finalmente si mostra consapevole che fantasia, ignoto, infinito sono i rifugi dell’anima e solo chi crede nei sogni può “misurarsi con i cavalieri erranti dell’agognata felicità “ . Poesia chiara, immediatamente comprensibile, bella da leggersi, bella da raccontarsi. (Egidio Di Spigna)
II° Premio Gigliola Magnetti (Dentro il mio bianco)
Gigliola Magnetti dice << “Dentro il mio bianco” è un viaggio nella scrittura, è un viaggio del cuore >>. Io aggiungo che è una apprezzabilissima trasposizione poetica di dialoghi avvenuti fra l’autrice ed il suo sé. Dialoghi intimi e veritieri, perché solo a sé stessi si può dire qualunque verità.Per fortuna Gigliola ha deciso di condividere con noi i suoi pensieri, presentandoli in una raccolta di liriche gentili, quasi sussurrate sottovoce, comunque compiute con linguaggio efficace e diretto che sa sempre raggiungere il bersaglio giusto : il cuore. (Egidio Di Spigna)

III° Premio Bruno Nadalin (Riflessioni)
La poesia di Bruno Nadalin è ricca d’ amore. Ed amore è la parola chiave per comprenderne la profondità ed i valori etici. Non è amore prorompente, né sensuale né possessivo. Non è invaghimento né sentimento metafisico, non è emozione suggerita dalla voluttà del bello, anzi è amore per chi e per ciò che bello non è più né potrà tornare ad esserlo. E’ amore per le umane miserie, nato nel fondo dell’ anima ed affiorato con irrefrenabile necessità di dedizione a chi non può corrisponderlo e per contro, ha bisogno d’ amore più di chiunque e più’ di qualunque altra cosa. La poetica di Nadalin è poesia commovente, capace di indurre a meditare sulle scelte per le quali siamo usi a dedicare sentimenti a chi è consapevolmente capace di contraccambiarli e non a chi si trascina nella nebbia e nell’ impossibilità di farlo.
La poesia di Nadalin non si analizza né si commenta : si legge e si ama. Null’altro (Egidio Di Spigna)

Premio GiuriaStefano Vitale (La saggezza degli ubriachi)
Non è poeta compiuto chi non abbia avvertito la fatica di vivere; molti ne hanno patito anche il dolore, altri ne hanno perfino evidenziato l’ inutilità d’esistere. Stefano Vitale, al pari di altri scrittori, ha certamente incontrato queste sensazioni, ha vissuto stati d’ animo cupi ed angoscianti, ma in più ha colto un aspetto contradditorio ed annichilente : le opere dell’uomo sono un vano tentativo di mitigare l’ angoscia di essere egli stesso colpevole delle vicende del mondo. Tentativo destinato a fallire ben presto. Solo la saggia disposizione ad apprezzare le bellezze della natura può essere la fonte di una quiete illusoria, sempre che ci si astenga dall’indagare e dal chiedersi. La vita va sfiorata per non restarne avvelenati. (Egidio Di Spigna)

- Menzioni d’Onore: Margherita Bertella (Paesaggi d’anima) Franco Casadei (Donna del mare) Giulio Dario Ghezzo (Questo mare dentro) Armando Giorgi (Aedo del quarto stato) Massimiliano Ivagnez (Uomini noi…) Flora La Selva (Presenze) Sante Serra (Gradi di vuoto) Vittoriano Solazzi (Un bicchiere di neve con due gocce di alchermes) Amelia Valentini (Vento di terra e di mare)

Trofeo Luigi Portunato
Premio Giovani:Alberto Pinotti (Il tesoro che si cela)
La natura, una volta tanto dalla parte del giusto, ha mandato la pioggia benefica ad irrorare il campo ove già stava nascosto il seme. Ogni goccia ha portato la vita e da ogni seme un virgulto fa capolino, ancora però soverchiato da ruvide zolle. Chi guarda ora quel campo crede che vi cresceranno solidi arbusti e poi piante robuste. E soprattutto ha speranza di una fruttuosa mietitura al tempo giusto. Oggi l’ humus è buono, ma la pianta crescerà bene e meglio se saranno estirpate le male erbe e le eccessive fronde che tolgono vigore ai frutti acerbi. E soprattutto se quei giovani virgulti, ancora intrisi di perdonata, ingenua giovinezza, non si credessero già solide piante. (Egidio Di Spigna)
Menzione d’Onore Giovani:
Matteo Milano (Poeta a 8 anni) Rosario Pullano (Memorie del futuro: Sentimenti)

Premio Speciale Tino Barsotti di Poesia Dialettale

Premio Speciale:
Annamaria Carpena (L’énoa)
L’ Enoa è una favola eterna o un racconto di vicende reali assai comuni in ogni città, paese o borgata ove s’ insinui il mare ? Navi in porto, fascino d’ oltremare, marinai avventurosi ed affamati d’ amore e poi fanciulle deliziose ed ingenue, facili prede nate col destino di Arianna e Didone scritto in cuore. Musicalità, sentimenti e fantasie si appalesano attraverso un lessico dialettale perfetto e di effetto, a tratti commovente, infine ripensato con dispetto per l’ amaro epilogo che trasforma la fiaba in dramma. Tutto ciò in un componimento poetico garbato e suggestivo, di elevato valore poetico ed emozionale. (Egidio Di Spigna)
Menzione d’Onore:
Annalisa Bertolotti (La röra e la vitalba)


Narrativa Inedita

I° Premio Andrea Zanotto (Maggio 1944: Il bombardamento di Aulla)
Il racconto, poche pagine che rievocano, come indicato dal titolo, il bombardamento di Aulla avvenuto nel maggio del 1944, utilizza una scrittura precisa, semplice e molto gradevole.
Di grande forza è l’espediente utilizzato dallo scrittore: il narratore, cresciuto in Lunigiana negli anni ’80, racconta di come, grazie a un amico avvocato, arriva un giorno, da ragazzo, a conoscere un artista inglese, che si scoprirà essere il figlio dell’ufficiale britannico che diede l’ordine di bombardare Aulla. Attraverso le vicende del protagonista e del suo amico da ragazzi l’autore riesce a mantenere viva l’attenzione del lettore, portandolo per mano attraverso la vita della provincia italiana degli anni ’80, delle città in cui i ragazzi si trasferiscono e intrecciandola molto bene con la storia che ha segnato il territorio. (Gaia Fabbri)

II° Premio Pietro Sesia (Gigli spezzati)
Dopo lo sbarco in Normandia, un ventenne francese incontra un undicenne italiano che, con il candore ma anche l’orrore che la guerra e quei difficili anni si portano dietro, decide di aiutarlo. L’autore riesce con grazia a rendere vivi gli stati d’animo dei suoi protagonisti e la tragedia della guerra, non solo raccontandoci, ma rendendoci partecipi di un momento essenziale e difficilissimo, di passaggio dall’infanzia all’età adulta, dell’undicenne Giovanni. Il racconto è ben strutturato, la voce del giovanissimo protagonista accompagna il lettore alla scoperta della tragica condizione della sua famiglia durante la guerra, ma viene presentato anche il punto di vista del soldato, di chi alla guerra si trova a partecipare attivamente e con grande paura. (Gaia Fabbri)

III° Premio Barbara Stangalini (Anime di città)
Quello che colpisce in maniera particolare in questo racconto è la capacità dello scrittore di presentare, in modo non descrittivo ma con precisione e vivacità i personaggi, i loro stati d’animo e il loro modo di essere. Anche le ambientazioni vengono rese in maniera molto viva: l’aeroporto, la città in cui arriva il protagonista, il fast food in cui incontra e conosce una donna e sua figlia.
Bello è anche lo spirito ottimista che pervade il racconto, nonostante vengano presentate molte delle difficoltà che ognuno di noi incontra durante la propria vita. (Gaia Fabbri)
Premio Giuria Marco Bertoli (Occhi di bambola)
Un racconto commovente, che senz’altro colpisce al cuore. Il linguaggio utilizzato non cede mai all’ostentazione, la forza della lingua utilizzata sta proprio in questo: la semplicità e la precisione sono senza dubbio il grande punto di forza. Il tema della guerra e dell’orrore che porta con sé viene trattato senza risparmiare nessun dolore al lettore, ma allo stesso tempo l’autore non indugia gratuitamente su particolari macabri, permettendo una riflessione serena sull’argomento proposto.
La piccola Ameera è un personaggio che, per il suo coraggio e per il grande dolore che è costretta ad affrontare, e che nessun bambino meriterebbe, resta impresso con forza nel cuore del lettore. (Gaia Fabbri)

- Menzioni d’Onore: Piko Cordis (L’eroe) Maddalena Frangioni (Un’amica di cent’anni) Stefano Giulidori (Meglio prendere il gonfiabile) Paola Iotti (La cavalla dalle lunghe orecchie) Bruno Nadalin (Il relatore dotto)


Narrativa Edita

I° Premio Enrica Mambretti (Limpida è la sera)
«Mi sforzo di non pensare a niente e stringo gli occhi fino a quando il brusio del pubblico diventa un silenzio assoluto. Poi, mentre nell’aria si dilatano i primi accordi in re minore, li riapro adagio e vedo tutto. Tutto così limpido, come non lo è mai stato>>. Enrica Mambretti ha saputo con infinita delicatezza, indagare l’animo umano nel profondo e guardare con occhi disincantati, ma mai privi di speranza, le sfide dolorose che la vita ci pone di fronte. Alcune terribili, altre un po’ meno, ma sempre tenendo bene in mente, come lei stessa ci ricorda, il consiglio di Seneca, nelle Lettere Morali a Lucilio, << Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza>>. Marco, il protagonista, rimasto vedovo da poco deve occuparsi del figlio Edoardo, adolescente ribelle che fa molta fatica ad accettare il dolore della perdita della madre. Il padre, con dolcezza, perseveranza e coraggio, aiutato da una bella famiglia saprà però accompagnare il ragazzo in questo difficile momento di passaggio : <>. Con grande profondità, ma altrettanta leggerezza, l’autrice si aggira tra quelli che sono i problemi che ogni genitore si trova ad affrontare quotidianamente nella vita, come nella scuola : c‘è così modo di parlare di bullismo, di amicizia, di accoglienza e accettazione del diverso, di primi amori e di delusioni, tante… Un incidente e la conseguente menomazione che colpisce Edoardo… Ma dal baratro, anche il più profondo, si può, si deve risalire in superficie e l’altruismo, l’amicizia e la capacità del dono di sé possono aiutare a rialzarsi perché come Marco vorrebbe dire ad Edoardo : < (Monica Garruzzo)

II° Premio Vanes Ferlini (Terr’amara)
Il romanzo Terr’amara è uno spaccato della storia del Risorgimento, siamo nei territori dello spietato Don Lucenzio, Barone di Carini; si è da poco fatta l’Italia ma la Sicilia vive una realtà a sé. In quest’angolo del Mediterraneo schiacciato dallo stivale sabaudo di un nuovo re che i siciliani non conoscono, il brigantinaggio combatte un potere totalitario fatto di leggi proprie, i potenti ostentano lussi e vizi, mentre il popolo di braccianti e minatori è sfruttato dai feroci latifondisti.
“L’amaro di una vita sotterranea spesa a scavare nelle viscere della terra. Talpe cieche mentre il padrone si fa ricco.”, con questa frase il lettore apprende il messaggio del testo incentrato sulla vita sofferta ma salda a indistruttibili ideali dei minatori della Baronia di Carini.
Dotato di una forte capacità narrativa e uno stile impeccabile, l’autore, fruendo di una ricca documentazione, crea una trama avvincente in cui i deboli si fanno paladini della giustizia; sono briganti, uomini di chiesa, alcuni rischiano di sporcarsi le mani con la corruzione ma tutti sono pronti a morire per la propria terra, una Terr’Amara. (Simona Bertocchi)

III° Premio Enrico Casartelli (La ribelle primavera del 2030)
“La ribelle primavera del 2030” si distingue per la tematica affrontata e per la capacità dell’autore di affrontare un argomento di importante attualità che appare coinvolgere l’uomo moderno senza apparenti prospettive di ritorno. Risulta interessante, in particolar modo, la riflessione che apre sulla realtà tecnologica all’interno della quale l’intelligenza artificiale soverchia la creatività e l’originalità del pensiero. Il romanzo strutturalmente presenta una narrazione coinvolgente, uno stile fluido e un’ottima leggibilità; risulta incentrato sui rapporti interpersonali tra i personaggi che contrappongono la realtà tecnologica e virtuale del nostro tempo al bisogno di umanizzare stili di vita sempre più estranei alla essenzialità della natura umana. Il libro alimenta, anche attraverso un’attenta riflessione sul recupero ambientale, la curiosità su un futuro immediato che sembra già appartenerci e ci restituisce la possibilità di recuperare una dimensione adeguata di approccio a strumenti virtuali che stanno occupando grandi spazi e sostituendo l’autenticità dei rapporti umani e il senso della nostra esistenza terrena. (Patrizia Fiaschi)

Premio Giuria Ettore Pietrabissa (Quella luce nella notte)
Ettore Pietrabissa ha voluto, o forse ha sentito il bisogno incomprimibile di raccontare la storia dettagliata di una famiglia borghese solidamente radicata nella società dei tempi e completamente consapevole del suo ruolo sociale, le cui vicissitudini hanno attraversato gran parte del secolo passato, vivendo, come universalmente accade, alterni momenti di felicità e serenità, di sconforto e tristezza. Man mano che si procede nella lettura si avverte il pregio di una perfetta caratterizzazione dei personaggi, dei loro tratti fisici e psicologici, senza distinzione di ruolo, siano essi di primo piano, siano “comparse” necessarie solo perché funzionali alla comprensione delle vicende. Così, come nel teatro della vita, tutti si avvicendano sul palcoscenico mentre scorrono i fotogrammi del tempo e ciascuno è protagonista di sé stesso e del suo ruolo. In particolare, su tutti, si esalta la Ste, ben reale e vivida nel ricordo del figlio e nel racconto di un sentimento universale forte ed indissolubile quale è l’ amore materno-filiale, biunivoco e bidirezionale. Assoluta normalità, si direbbe. Ma, complici le varie circostanze che si succedono nel racconto, tale “normalità” assume necessariamente carattere di vincolo affettivo talmente forte da diventare cardine della vita, condizionando comportamenti, decisioni e scelte. La Ste è ovviamente la protagonista “umana” della storia, ed e’ tale in virtù della sua forza d’ animo, della sua tenacia caratteriale che contrasta con la fragilità fisica, della sua incrollabile speranza a fronte di tante delusioni e drammi personali e familiari. Ma non solo questo aspetto concorre a dare “luce” al personaggio, che nel contempo è anche vittima del suo destino, in quanto, nata e cresciuta debole e cagionevole, si forma e si estrinseca moralmente forte, coerente, disciplinata come un bravo soldato che esegue fino in fondo il suo compito con grande, encomiabile dedizione e forza morale. Alcuni qui hanno voluto vedervi il dilemma interpretativo del romanzo : è la Ste veramente padrona delle sue scelte etiche oppure queste le vengono imposte dalle “regole” sociali e relazionali che ella consapevolmente infligge a sé stessa ? A mio giudizio Il dilemma interpretativo ritengo essere “res nullius” perché la problematica, peraltro del tutto apparente, si risolve e si sostanzia in questo : suo compito etico-sociale, ma direi soprattutto biologicamente naturale è scegliere, in ogni circostanza, di agire per salvaguardare il bene del figlio, il quale dal canto suo, ben comprende il significato profondamente affettuoso della Ste e la ricambia altrettanto amorevolmente raccontandoci come i periodi più bui della sua via abbino trovato il conforto determinante di Quella Luce nella Notte. (Egidio Di Spigna)

Premio Speciale Storico:
Massimo Citro Della Riva (Iavè)
Loredana Vergassola (Esposto)

Premio Speciale Giallo:
Felice Jacques Victor Bucalo (Nero d’assenzio)
Mario Torti (Il sogno dei morti)

Premio Speciale Fantasy: Matteo Scagno (La storia del maestro curioso e del 2-2-8)

Premio Speciale Infanzia:
Armando Iadeluca (I racconti di Babbo Natale – Quattro storie sotto l’albero) Alessandra Lazzeri (Il paradiso dei gatti)

- Menzioni d’Onore:
Licia Allara Canepa (Lettera alla sposa)
Ernesto Chiabotto (Il viaggio delle verità svelate)
Alessandra Magnavacca (Le diverse metà della vita)
Fausto Mancini (Le parole tra polvere e ombre)
Riccardo Piva (La ninfa e Glauco)
Dunia Sardi (Alla stagion dei fiori)
Francesca Sassano (Lei stava lì)
Daniela Tresconi (Il sigillo delle cento chiavi)

Il Presidente ed i componenti della Giuria, dopo aver verificato la corretta compilazione del presente verbale lo hanno sottoscritto e la seduta è stata tolta.

Risultati di tutte le edizioni del concorso:
Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte" XI Edizione
Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte" X Edizione
Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte" IX Edizione
Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte" VIII Edizione
Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte" VII Edizione
Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte" VI Edizione
Concorso Internazionale Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere La Baia dell'Arte" V Edizione
Premio Internazionale Poesia e Narrativa - Le Grazie Porto Venere La Baia dell'arte IV Edizione
Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere la Baia dell'Arte" III Edizione
Concorso internazionale Poesia e Narrativa "Le Grazie Porto Venere la Baia dell'Arte" III Edizione
Concorso Internazionale di poesia "Le Grazie-Porto Venere La Baia dell'Arte" II Edizione
 
 
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